Cuneo fiscale e welfare
- Arnaldo Fiorenzoni
- 25 lug 2022
- Tempo di lettura: 2 min
In un contesto nazionale ed internazionale come quello attuale, in una fase del nostro Paese nella quale si avverte ogni giorni il disagio economico di larghe fasce della popolazione, sempre di più emerge la necessità di dare soluzione e ridurre il gap, ovvero gli effetti distorsivi relativi al c.d. Cuneo fiscale
Ma cos’è il cuneo fiscale?
Per cuneo fiscale si intende la somma delle imposte (dirette, indirette, contributi previdenziali ecc.) che impattano sul costo del lavoro, sia dalla parte dei datori di lavoro, sia rispetto ai lavoratori dipendenti.
In sostanza, il cuneo fiscale è ladifferenza tra lo stipendio lordo, incrementato degli oneri contributivi, versato dal datore di lavoro e la busta paga netta ricevuta dal lavoratore.
In attesa di individuare il percorso più idoneo per dare soluzione a tale criticità attraverso le scelte delle forze di Governo, non si può trascurare che allo stato attuale una modalità che può certamente valorizzare i possibili aumenti salariali disposti dalle aziende, sottraendoli dagli oneri impropri imposti dalla normativa vigente, è certamente rappresentato dal c.d. Welfare Aziendale, la cui corretta applicazione, rende certamente più consistente il valore netto di benefici economici disposti dai Datori di Lavoro.
In sintesi il welfare aziendale è l’insieme dei beni e servizi che il datore di lavoro mette a disposizione dei propri dipendenti al fine di aumentare il benessere per sé e per la propria famiglia. Si chiama welfare “on-top” in quanto si aggiunge alla retribuzione contrattualmente stabilita. Quindi, non si tratta di retribuzione aggiuntiva, ma di beni e servizi, messi a disposizione del datore di lavoro, che il dipendente altrimenti avrebbe dovuto acquistare per soddisfare i bisogni di tutta la famiglia (ad esempio: spese per baby-sitting, acquisto di libri scolastici, premi salute, percorsi formativi personali, ecc).; il tutto volto ad incrementarne il benessere attraverso una diversa ripartizione della retribuzione.
Per essere ancora più pratici e diretti, l’azienda che, applicando correttamente le disposizioni vigenti in materia, dispone a favore dei propri dipendenti di un beneficio economico di qualunque valore [es. €500,00], sarebbe esonerata da tutti gli altri oneri ordinari ed, al tempo stesso, il dipendente fruirebbe, senza subire alcun tipo di trattenuta, dell’intero valore economico disposto dall’azienda[es. €500,00] sotto forma di utilizzo di beni e servizi di suo gradimento, sulla base di un cospicuo elenco previsto e regolamentato dagli organismi competenti.
Per le aziende realizzare Piani di welfare aziendale ben calibrati a favore dei propri dipendenti, si può tradurre in una modalità che favorisce un clima sereno e collaborativo con aumento delle prestazioni e della produttività, riduzione dell’assenteismo, abbassamento del turnover e miglioramento della reputazione aziendale.
Per i dipendenti i benefit del welfare aziendale, presentano l’enorme vantaggio di essere detassati da un punto di vista fiscale e contributivo, entro determinati limiti di reddito, accrescendo di fatto il potere d’acquisto di quanto messo a disposizione dall’azienda.
Allo stato attuale, gli strumenti normativi per sviluppare un percorso di welfare aziendale possono essere collegati alle previsioni disposte in materia dai CCNL applicati dalle aziende, dalla realizzazione nell’ambito della contrattazione aziendale di secondo livello di specifici premi di risultato ovvero attraverso la predisposizione di Regolamenti aziendali interni emanati in modo unilaterale, anch’essi collegati ad obiettivi aziendali di maggiore produttività.

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